Villa San Bartolo

Chiusura il Martedì

Villa San Bartolo


“Ci sono luoghi nel mondo in cui la bellezza delle cose sembra parlare e raccontarti la loro storia.E’ questo il caso di Villa San Bartolo”
Accompagnati dalle sue parole si aprono le porte della Villa che ha il fascino di un ricordo che non crea nostalgia, ma dove partire per un piccolo viaggio in cui presente, passato e futuro si intrecciano quasi a fermare il tempo...tempo, che a Villa S. Bartolo scorre lento, regalandoci albe e tramonti che sembrano alternarsi al suono di una musica immortale che ci invita ad entrare ad ascoltare una melodia e un’atmosfera che tocca le corde dell’anima.

AP: Villa San Bartolo in breve ...

CT: Villa San Bartolo in breve, impossibile! Un Resort nel senso di un rifugio che dia la possibilità all’ospite di sentirsi davvero a casa e trovarvi tranquillità, nel verde della natura del grande parco che circonda la villa, e nello stupore degli scorci che si vedono dalle sue vetrate.
Un Resort quindi, senza nessuna velleità, tranne quella che deriva dalla realtà, fatta di cose semplici e sobrie che avvolgono il cliente senza assalirlo, ma altresì lo coccolano e non per la presenza di una piccola spa e della grande piscina, ma anche grazie alla scelta di prodotti di prima qualità che vanno dalle lenzuola, alle tovaglie o agli stessi materiali che la caratterizzano. Lo stesso nome del ristorante “Atmosphere Restaurant Clubhouse” ci è stato suggerito dalle impressioni dei nostri ospiti che dicono sempre di respirare una bella atmosfera al suo interno. E il nome si è rivelato azzeccato non solo da un punto di vista esterofilo, perché “Atmosphere Restaurant Clubhouse” era bello da pronunciare, ma anche grazie al fatto che porta l’iniziale del nome di mia madre Adele, mia sorella Renata e un po’ per gioco, “Club house”, di Corrado.

AP: Di che epoca è questa Villa e cosa la lega ad essa ?

CT: La villa, datata fine ottocento era di proprietà della mia famiglia, nella quale eravamo soliti trascorrere le vacanze estive, da lì i mille ricordi che mi legano ad essa, come quello degli operai che durante la vendemmia facevano, come diceva mio nonno “cantare le forbici”.

AP: La scelta di questo mestiere, quando e perché ha deciso di aprire un Resort?

CT: Nel 2000, quando, durante il fine settimana di rientro dall’università, vedevo questa struttura diversa da come i miei ricordi di infanzia me la facevano ricordare, lì fui pervaso da un idea. Il recupero e la valorizzazione del mio passato familiare attraverso una "trasformazione", che non sarebbe stata solo materiale, effimera o fine a se stessa, non pertinente solo al bene-oggetto "Resort", ma soprattutto a me stesso. Dunque un cambiamento dalle valenze soprattutto simboliche, quasi una ricerca della "Jouissance" di cui parlava Lacan, cioè di nuove esperienze "amorose" e di nuovi legami amicali e sociali. Un percorso amoroso costellato anche di delusioni e sofferenze, ma indiscutibilmente espressione della pulsione di vita. Nacque quindi la voglia di far rinascere questa Villa e di fare un mestiere bello, che mi affascinava da sempre e che abbracciasse innumerevoli professioni, cosa che con i miei studi di ingegneria non avrei mai potuto fare, perché assolutamente privi del contatto umano. Non ho mai fatto differenze fra un lavoro ed un altro, a patto che questo venisse svolto con grande dignità.

AP: Quanto tempo ha impiegato ad ultimare i lavori che le consentissero di aprire le porte del suo Resort?

CT: Dieci anni. In questo lasso di tempo, ho fatto: ”il muratore, l’elettricista, il tecnico informatico, il progettista di cucine, l’arredatore e tanto altro...” e mi sono avvalso di un entourage qualificato con il quale ho affrontato i problemi ad uno ad uno, scomponendoli, come ho imparato dai tempi dell’università, per arrivare ad un grado di complessità più basso. In dieci anni ci sono state serate buie, ma anche mattine e sere con albe e tramonti da fotografare nella mia memoria; sono state proprio queste ultime che mi hanno dato la forza di andare avanti.

AP: Il Resort ha anche una sala congressi e nel suo parco vengono organizzati eventi, quanto è importante il dettaglio a Villa San Bartolo?

CT: Zelo e cura del particolare su tutto, ristorazione, ricettività, accoglienza quanto basta per rendere Villa San Bartolo Unica...

AP: Cosa la ha influenzata o inspirata nella caratterizzazione degli ambienti e nella filosofia di questa struttura che al clima di altri tempi unisce le più moderne tecnologie di comfort e servizi?

CT: Mi ha ispirato la voglia di creare una struttura affascinante ma anche funzionale. Luci che cambiano le scene, come quelle che vengono abbassate magari in una serata speciale, nella quale il marito vuol fare arrossire la moglie con una sorpresa per l’anniversario. Servirsi della tecnologia per creare atmosfera, anche questo è quello che facciamo.

AP: Qual è stata fino ad adesso la sua soddisfazione più grande?

CT: A parte realizzare l’intero progetto, il restituire la fiducia riposta da parte dei miei, con il mio lavoro e il mio impegno totale. Fare una passeggiata di mattina e poter dire “l’ho fatto veramente io”, ma questo sempre conscio di doverlo sopratutto a loro. Soddisfazioni...tanti sono i momenti belli trascorsi fino ad ora, sono passati solo otto mesi dalla apertura e già posso dire che una tra le più grandi è quella di avere accanto ragazzi e giovani collaboratori che spinti da grande entusiasmo, dopo le loro ore di lavoro si fermano a bere un bicchiere di Moscato insieme a me e non hanno fretta di andare a casa.

AP: Incuriosisce conoscere il punto di vista di una persona che investe la propria vita in un lavoro basato su quello che il territorio può offrire, qual è la cosa che più la affascina della nostra terra?

CT: Le possibilità che questa terra offre, come quella di realizzare una struttura del genere e l’avere accanto persone che la sorreggono, con la loro volontà di ferro e il loro affetto. Mi affascina molto “reclutare” giovani dipendenti, che come combattenti armati di tanto cuore, non si risparmiano e svolgono il loro lavoro con passione e dedizione.

AP: Cosa si sentirebbe di dire a chi come lei volesse intraprendere un progetto così ambizioso nel campo del turismo ed è ancora all’inizio?

CT: Non lo fate: che sono poi le stesse parole a me rivolte da un fraterno amico, mio mentore in questo mondo di alberghi e ristorazione. Poi io l’ho fatto, ugualmente. Se lo farete vuol dire che eravate all’altezza, ma comunque mettete in conto di rinunciare a tutto.

AP: Qual è il miglior consiglio, a parte questo, che ha ricevuto in questi anni?

CT: Il miglior consiglio come sempre lo devo a mio padre, quello di essere integri e di fare onestamente il proprio lavoro, credendoci sempre, nonostante le tante avversità. Si lavora ventidue ore al giorno. Se non ci si crede fermamente non sarebbe possibile, lo si può fare solo se spinti da una grande passione.
Hotel Villa San Bartolo Resort ****

AP: Cosa ,secondo lei, il turista che viene per la prima volta in Sicilia dovrebbe subito correre a vedere in Provincia di Ragusa?

CT: Il mare. Siamo uno dei pochi posto in cui il mare è come è realmente, grezzo con la sabbia sporca, fatta di detriti, conchiglie e qualche cosa volata qua e là. La Sicilia vera, fatta di cose primordiali. La Sicilia è sentire il mare e non avere niente davanti.

AP: Cosa pensa del fatto che la nostra provincia sia, quasi d’un tratto, divenuta conosciuta per i “luoghi del commissario Montalbano” ?

CT: Mi fa molto piacere e spero che aprano presto l’aeroporto di Comiso per dar la possibilità di visitare concretamente e più agevolmente questi luoghi.

AP: All’interno del vostro Resort il ristorante “Atmosphere” coniuga la tradizione con quelle che oggi sembrano essere le nuove frontiere della cucina internazionale, piena di sperimentazioni ma anche di ritorno all’autenticità del sapore, qual è secondo lei il piatto, tra quelli che proponete, che più rispetta questo equilibrio?

CT: Lo Chef ed io, proponiamo una cucina dettata dal territorio e legata alle nostre tradizioni e alle nostre materie prime, che sono le migliori del mondo, tutto questo per creare composizioni uniche nel proprio genere. Nei migliori ristoranti del mondo utilizzano i nostri prodotti, noi abbiamo la possibilità di trovarli dietro l’angolo. Il nostro Chef, poi, si lascia trasportare anche da influenze internazionali, memorie ed esperienze del proprio passato come scopritore di sapori lontani, e compone piatti non solo belli ma anche molto buoni. Non saprei scegliere un piatto, a voi la scelta, fate solo in fretta perché il giorno dopo cambierà, non manteniamo mai lo stesso menu.

AP: Un piatto che secondo lei descrive la Sicilia.

CT: Pasta con la salsa di pomodoro e basilico appena raccolto, che hanno tanto il sapore della mia infanzia.

AP: Fa un certo effetto quando, dalla strada che costeggia Villa San Bartolo, si nota questa struttura e si ha la sensazione che qualcuno abbia restituito al territorio qualcosa che già gli apparteneva, pensi mai a questo?

CT: Spesso, però dall’interno, visto che esco raramente.

AP: Forse la gente ha bisogno di sentirsi partecipe di una storia, di visitare un posto che rappresenti non solo la meta finale, ma l’inizio di un viaggio, si ha l’impressione che Villa San Bartolo sia in grado di creare tale magia. Qual è l’elemento fondamentale su cui puntare in un Resort per raggiungere quest’effetto?

CT: Sin dall’inizio ho sempre avuto le idee molto chiare su come dovesse essere Villa San Bartolo: Un viaggio all’interno di un viaggio e un sogno all’interno di un sogno...

AP: Deve ringraziare qualcuno?

CT: Sicuramente: queste persone si contano sulla punta della mano sinistra, che è poi quella del cuore.

Alice Pepi

    Restaurant, Hotel Resort

   09321846049

      Contrada San Bartolo Vittoria, Vittoria, Italy

Leave a comment




"Find your restaurant in one click"